Gli studenti sono saturi: l’hanno visto (e sentito) l’altra mattina i membri del nostro collettivo, i quali hanno preso parte al corteo studentesco organizzato a Torino. Ritrovatisi in piazza Arabrello, piazza dalla quale parte la più parte delle manifestazioni torinesi, gli studenti, prevalentemente delle scuole superiori e dell’università, hanno scelto anche oggi di manifestare poiché stufi di un governo di austerity che continua a tagliare o a rincarare tutto quello che può, senza mai fermarsi e senza rendersi conto che le famiglie italiane sono oggigiorno stremate dal peso del denaro che grava su di loro. Quello degli studenti non è stato comunque l’unico corteo a sfilare per Torino: anche i lavoratori metalmeccanici hanno “preso la strada” per far vedere che i problemi di cui il popolo italiano si lamenta non sono beffe, bensì tristi verità.
Partito dunque dal luogo di ritrovo, il corteo, capeggiato da uno striscione recitante “Siamo la generazione che non ci arrende”, attende l’arrivo dei metalmeccanici, per poi accodarvisi e dare inizio così alla manifestazione. Sin da subito i ragazzi organizzano cori ed urlano a tutta Torino la loro indignazione. Ovviamente non mancano (come non mancano mai) gli zeloti del manganello dalle menti indottrinate, sempre di guardia ad una rabbia che brucia ogni giorno di più a causa delle “misure precauzionali” prese dalla casta. Il corteo, oltre a ringraziarli intonando un bell’ “assassins de la police”, non dimentica di parlare del movimento No Tav, del quale quattordici membri sono stati processati e condannati pochi giorni fa perché colpevoli d’aver sfidato chi vuol distruggere la Val di Susa. Il messaggio sui cartelli in prima linea accusa chiaramente: “2 cm di TAV = 1 borsa di studio”. I ragazzi raggiungono poi piazza Castello, lasciando il corteo dei metalmeccanici per dirigersi verso la Mole Antonelliana, simbolo storico della cultura torinese e della più recente resistenza pacifica contro lo sfruttamento dei lavoratori: Ken Loach, regista, avrebbe dovuto essere premiato durante il corso del Torino Film Festival, ma ha rifiutato cosa gli spettava appunto per dimostrare la sua indignazione di fronte alla realtà italiana. I ragazzi entrano nel cortile della Mole ed espongono uno striscione con su scritto “Vogliamo il pane ma anche le rose” sul balcone della Mole. Non mancano i digossini infiltrati, spinti a forza fuori dal cortile, ma la celere è straordinariamente “tranquilla”. Non si potrà dire lo stesso durante il pomeriggio, nel corso del quale caricherà il presidio organizzato dalla Verdi 15 che si troverà sotto il Rettorato. Lo scopo del presidio è quello di contestare la visita di Jean-Claude Trichet, ex-presidente della BCE, ma i puffi non lo permettono, bloccando l’ingresso dell’edificio e caricando i partecipanti all’evento.
Il messaggio è chiaro ancora una volta: gli studenti, come anche gli operai metalmeccanici, sono stufi dell’austerity italiana e di tutte le bugie raccontate da un gruppo di sciocchi demagoghi che, ripetutamente, piangono la crisi sotto gli occhi dei media per essere compatiti. Ormai l’atmosfera si sta scaldando, nemmeno il freddo basta a fermarci. Il #6 Dicembre non è e non sarà l’ultima volta che l’Italia sentirà la voce di chi sceglie di protestare contro “il fango quotidiano che ci cade attorno”.