Sui fatti del 14N. (sciopero generale Torino)

Senza dare cifre numeriche sulla presenza, cosa sempre approssimativa, è comunque una piazza Arbarello colma e straripante, quella del concentramento di studenti e antagonisti torinesi in occasione dello sciopero europeo generale di mercoledì 14 Novembre.
Tre membri del nostro collettivo, un rappresentante del Laboratorio Sociale Autogestito di Alba ed un altro del Coordinamento Asti Est si sono uniti, una volta raggiunto il punto di ritrovo, ai tantissimi giovani e giovanissimi che hanno scelto di scendere in piazza e far sentire la loro voce.
Il corteo, partito dalla piazza, raggiunge la stazione ferroviaria di Porta Susa, ed intanto il numero di manifestanti continua a crescere, così come anche le loro urla contro un governo di austerity i cui politici sono troppo occupati a pensare al gonfiarsi dei loro portafogli per occuparsi del benessere delle future generazioni.
La prima sosta del corteo è di fronte al ministero dei trasporti, fatto bersaglio di lancio di uova, nonché di esproprio materiale come qualche tavolino e materiale cartaceo dato a fuoco di fronte a uno dei palazzi del potere torinesi.
Il corteo ha raggiunto in seguito il cantiere in corso Inghilterra dove da anni è in via di costruzione un grattacielo per Intesa San Paolo, il quale, più che essere simbolo della banca, rappresenta le collusioni e le speculazioni edilizie torinesi. Inoltre, diverse sono state le contestazioni dei NoTav e dei NoGrat (“Non Grattiamo il cielo di Torino”) che hanno cercato di opporsi alla realizzazione del “mostro” torinese negli anni passati.
Dopo aver aggirato, affrontato e respinto un cordone di polizia gli studenti invadono il cantiere bloccando i lavori; si verifica poi lo stato di fermo per una ragazzo salito sulla costruzione per appendere una bandiera Notav. Né i lacrimogeni, né le cariche, né tanto meno i pochi operai che si sono opposti all’invasione hanno potuto fermare l’occupazione.
Il corteo, quindi, si ricompatta, riunendo i due picchetti che si sono creati dai due ingressi al cantiere. Prosegue verso il piazza Castello, dove si riuniranno gli altri spezzoni sindacali, ma senza calcolare minimamente i pochi presenti; continua verso via Po, per poi improvvisamente dirigersi verso i palazzi della provincia di Torino, occupandone uno momentaneamente. Si è poi creato un ammasso con il mobilio presente nell’edificio, portato fuori e riversato in mezzo alla strada, segno tangibile che con Torino non si scherza. Issata la bandiera Notav al posto di quella europea, il corteo riparte e tocca l’ex sede della Verdi 15 Occupata, in onore della quale occupa poi un nuovo stabile (in disuso) in corso Farini, nei pressi di corso Regina Margherita, dando vita alla Verdi 3.0.
Qualche camionetta di polizia insidia da lontano la nuova occupazione, ma senza avvicinarsi, e la verdi 15 rilancia quindi molteplici iniziative, per ora in vicolo Benevello 4b, ma presto anche nel cortile della nuova occupazione.
Si conclude così la giornata torinese di sciopero europeo, giornata che ha visto un’enorme partecipazione per quanto riguarda gli studenti, mentre per i lavoratori i numeri sono stati praticamente irrisori nei confronti della manifestazione e quindi, per questo, poco coerenti con il principio dello sciopero stesso.
Mentre in tutta Europa, ed in varie città italiane, la repressione poliziesca trovava oggi la sua massima espressione, i giovani davano un chiaro segnale alla politica di austerity mossa da Fed e Bce che governa il mondo, un segnale che è forte, che non è che agli inizi della sua prosperità e che rappresenta un movimento che sta trovando comuni campi di battaglia a livello europeo.
Abituatevi agli assedi ai palazzi del potere.

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