Il Collettivo contro lo sgombero del Gabrio.

Torino. Sabato 20 ottobre. Un corteo di mille persone sfila per il quartiere San Paolo ed uno striscione che ammonisce “Guai a chi ci tocca!” lo capeggia. La firma è chiara: C.S.O.A. Gabrio.

Nella giornata di Sabato alcuni membri del Collettivo braidese hanno portato la loro solidarietà al centro sociale torinese partecipando al corteo in programma. Il Gabrio ha voluto urlare ad alta voce contro ogni collusione, ogni sotterfugio politico ed ogni speculazione edilizia. Il centro sociale, infatti, ha ricevuto l’ordine di sfratto dal comune del capoluogo piemontese nonostante ne ricopra una mansione fondamentale: dare casa ai cittadini. Anche questo è stato un punto chiarito durante la manifestazione. Torino, ormai capitale di sfratti a livello italiano, è governata da politici a cui i cittadini non stanno a cuore, se non in periodo di elezioni, chiaramente. Il Gabrio, invece, è dalla loro parte. Durante il pomeriggio il corteo ha saputo confermare il sodalizio tra centro sociale e quartiere: le tappe sono state le palazzine occupate in via Muraglio 11 ed in via Monginevro 46, occupate, diversamente da cosa il settore amministrativo vuole far credere, da famiglie che l’effetto della crisi lo sentono bruciare sulla loro pelle.
Ma perché il Gabrio è sotto sfratto? La risposta è una: l’amianto. L’amianto è nocivo, certo, ma non è differente da quello che si nasconde sotto i tetti di parecchi palazzi torinesi, come affermato durante la manifestazione. Il Comune ha addirittura deciso di stanziare cinquecento mila euro per la bonifica del sito, ma, purtroppo, diverse sono state le realtà politiche che, considerando quella del Gabrio una realtà scomoda, hanno scelto di aggrapparsi a questo problema per forzarne lo sfratto e la chiusura.
La realtà, però, è un po’ differente da quanto suggeriscono le accuse: una volta svuotato e demolito il centro sociale, caso vuole che venga costruito un esercizio commerciale di grandi proporzioni (nonostante ne esista già uno, ancora più grande, nelle vicinanze). La risposta del Gabrio non ha comunque tardato ad arrivare: appena il corteo si è fermato nei pressi dello stabile situato all’angolo tra via Revello e via Frejus, è stata subito occupazione. Il posto, caduto ormai in disuso e dimenticato dal comune, è stato riempito dalle grida mordaci e contente dei manifestanti (tra cui i membri del nostro collettivo), riusciti nel loro intento.
Il pomeriggio si è dunque concluso bene. La serata ancora meglio: concerti benefit per le spese legali del g8 a Genova e divertimento per festeggiare l’impresa pomeridiana.

La risposta è stata massiva: più di mille persone hanno partecipato agli eventi ottobrini lanciati dal centro sociale. Con gli accadimenti del pomeriggio di Sabato, il Gabrio e tutt* quell* che gli sono vicin* hanno dimostrato che non sarà così facile sgomberare la sede di via Revello.

LA LOTTA NON SI È CONCLUSA E NON DEVE CONCLUDERSI.
COME DICONO IN ZONA SAN PAOLO, “GABRIO PER TUTT* E AMIANTO PER NESSUNO!”

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